CAMMINO CRISTIANO

Quale trasmutazione avrebbe raffigurato Guido Dettoni dalle creazioni modellate dai parrocchiani della chiesa di Sant’Ignazio a Singapore il giorno della festa parrocchiale, il 27 luglio 2014?

Di età compresa tra i 6 e gli 81 anni, ventiquattro parrocchiani si riunirono per un’esperienza creativa collettiva modellando la cera, con gli occhi bendati, ascoltando una lettura scelta dalla parrocchia sulla visione di Sant’Ignazio…. che Dio è venuto in persona tra noi per trasformare il nostro mondo e dargli speranza. Le voci e le preghiere della messa domenicale celebrata nella chiesa vicina raggiungevano il locale.

Guido Dettoni scopri che le immagini delle forme portavano a percorrere il cammino della cristianità.

I partecipanti furono caldamente invitati a lasciare che il loro stato d’animo e le loro emozioni fluissero attraverso le mani verso la materia. Si chiese loro di non avere alcuna intenzione di dare forma a qualcosa di specifico.

Le forme generate sono sempre uniche: sono quelle e non altre. Guido Dettoni guarda a ciascuna di esse come a una parte di un insieme, che testimonia le stimolazioni intellettuali e, in questo caso particolare, quelle spirituali vissute dai partecipanti. Le interpreta e le utilizza per ottenere una trasmutazione delle immagini dei loro punti di vista e comporre una sequenza che ritrae la religiosità di questa esperienza.

Le immagini di queste forme hanno portato Guido Dettoni a una Trasmutazione rappresentata da una sequenza di immagini.

In ogni passo del Cammino possiamo vedere le forme che lo hanno formato.

All’inizio scopriamo l’occhio di Dio, seguito dalla mela, frutto della tentazione, e poi vediamo il fonte battesimale dove viene perdonato il peccato originale. Una croce, in esatta simmetria, appare come simbolo dell’avvento del cristianesimo dopo il battesimo e la successiva crocifissione di Gesù. Le Vetrate danno forma e colore alla luce che entra negli spazi dei Templi per evocare il divino; sono generate da strati della stessa immagine ribaltati orizzontalmente e verticalmente, come in un caleidoscopio, e poi sovrapposti su di essi e/o su un’altra immagine anch’essa duplicata come la precedente.

La Rosa appare. Fin dall’antichità, un simbolo di mistero e per i primi cristiani un’espressione visiva del paradiso ma anche del martirio e di Maria. In questo percorso, l’offerta di una Rosa precede la rappresentazione esplicita della Crocifissione sul Golgota, che è costituita da tutte le immagini delle forme, tranne quelle che compongono la Crocifissione. In questo percorso, la Rosa scompare, diventando il Golgota.

Tutti questi temi possono essere interpretati come generati all’interno di uno spirito comune che impregna tutti durante il processo? Gli sforzi individuali diventano forse testimonianze di un momento religioso comune condiviso da tutti?

Golgota significa in ebraico teschio. Il teschio ai piedi della croce rappresenta la redenzione del peccato di Adamo e la nascita di un uomo nuovo. Secondo la tradizione giudaico-cristiana, il monte Golgota fu il luogo di sepoltura di Adamo. Per questo motivo, dove giacciono i resti mortali del primo uomo peccatore, fu issata la Croce. In essa il Figlio di Dio, Gesù Cristo, morì per redimerci dal peccato e salvarci dalla morte, donandoci la vita eterna. Il Golgota è il simbolo del trionfo della croce sul peccato e sulla morte e una chiara allusione alla risurrezione di Cristo.