KU

Guido Dettoni, a occhi chiusi, modellò con la cera un cucchiaio che chiamò SPOON.

Non ne ha ancora autorizzato l’edizione, avendo finora riprodotto solo alcuni pezzi in argento e legno come prove d’artista.

Anni dopo la sua creazione, a Barcellona, lo psicanalista Antoni Pons analizzò la scultura e il rapporto tra l’autore e la sua opera per scoprirne l’identità.

Un’attenta ricerca e ripetute sedute psicoanalitiche rivelarono che l’identità di SPOON consisteva in una duplice funzione: quella fisiologica, come cucchiaio, e quella sacra come maschera rituale, entrambe necessarie per scoprire ciò che è latente e recuperare il concetto di “nutrizione totale”.

Durante una seduta, Guido Dettoni ricordò di aver forato nel 1967 un cucchiaio, trasformandolo in un non-cucchiaio.

Il foro impediva di conservare il cibo per una sola bocca. Il buco, il vuoto, annullava la funzione originaria del cucchiaio permettendo di vedere attraverso di esso, diventando anche un invito al cambiamento, a lasciarsi andare, a non trattenersi…

non-spoon

TIl ricordo del “non-cucchiaio” rese Guido Dettoni consapevole della necessità di recuperare la funzione fisiologica perduta e di rivelare la funzione sacra. Egli la rappresenta muovendo il vuoto dal “non-cucchiaio” alla mano che regge SPOON, in modo che il movimento di entrambi porti alla maschera rituale.

Dovuto alla sua funzione ogni cucchiaio è un’entità radicata nell’inconscio collettivo della lingua, quella latina e quella germanica del nostro mondo occidentale, in cui si materializza. Pertanto, lo psicoanalista cercò sia la radice protoindoeuropea delle parole latine, cucchiaio in italiano, cuchara in spagnolo, cuillère in francese, cullera in catalano, colher in portoghese, spoon in inglese e löffel in tedesco.

La radice delle parole latine è ku- che indica tutto ciò che è concavo, che riceve e contiene; la radice di quelle germaniche è spe- che indica un lungo pezzo di legno e lif- che fa riferimento alle labbra, un’altra dimensione che riguarda, eventualmente, l’allattamento, il gusto e la lingua.

La natura femminile e maschile espressa da ciascuna radice, così come il sumero ku-g che significa tutto ciò che è sacro, cioè originale e puro, portarono Guido Dettoni a cambiare il nome di SPOON con quello di KU.

In seguito sono stati trovati altri significati – e molti altri lo saranno d’ora in poi – ma uno spicca: KU è anche il nome di una proteina che ripara il DNA umano.

Il video animato che ha creato diventa parte dell’intera opera d’arte e mostra anche la scultura originale modellata in cera all’interno del vuoto del “non-cucchiaio”.