FORMA SORDOCIECA

simbolo tattile della sordocecità

Per creare questa scultura, Guido Dettoni ha voluto condividere momenti con le persone sordocieche e i loro mediatori per poter sentire e comprendere come avrebbero “vissuto” e condiviso la materia attraverso le mani.

Così, una tale espereinza creativa si svolse nel marzo 2009 con le persone dell’Associazione Catalana dei Sordociechi.

Le coppie, formate da una persona sordocieca e dal suo mediatore, hanno plasmato insieme la materia malleabile senza alcuna intenzione consapevole.

Inoltre, la modellazione a quattro mani si è rivelata. Una volta di più, un possibile altro modo per comunicare stati mentali, emozioni e sentimenti.

Questa esperienza è stata per l’artista la fonte di ispirazione per creare la Forma Sordocieca: una scultura concepita per essere toccata e tenuta in mano.

Le parole di Dettoni esprimono l’anima di questa scultura, chiaramente legata alla sua icona “Preghiera

La Forma Sordocieca a parole

La forma ci parla di un viso senza occhi,

di chi non vede,

del mondo che non può essere visto.

Ci parla dell’udito che é un foro,

del suono che passa e non resta:

del mondo che non può essere ascoltato.

Le due metà di un volto

appaiono nel contorno di una forma

che si contiene tra le mani.

Mani, che incrociandosi l’una sull’altra

trovano, con i pollici, gli occhi che non ci sono.

Mani, che con le loro palme,

trovano nell’udito,

un foro che non trattiene i suoni.

Il gesto diventa segno e ci parla della sordocecità.

La forma è un simbolo e, toccandola, ci tocca.

La stretta connessione tra mani e mente è per lui essenziale e assume un significato particolare in quest’opera dedicata alla sordocecità.

L’intuizione e la percezione sensoriale consentono una maggiore sensibilità e comprensione nei confronti di questa disabilità. L’opera non è solo il suo simbolo, ma è anche un mediatore tra il mondo e la condizione di sordocecità.